Dopo due anni in Giappone, finalmente sono riuscita a visitare Kyoto. Mi avevano detto “ti stancherai di vedere tanti templi!”, “ci sono tantissime cose da vedere e sono lontane l’una dall’altra!”. Che dire… Entrambe le affermazioni erano vere.
Kyoto – che prima di Tokyo era la capitale del Giappone – è estesa, è servita solamente da due linee di metro/treno che la attraversano in verticale ed orizzontale, ed i punti da visitare sono ben lontani l’uno dall’altro.
Detto questo, com’è meglio organizzarsi per visitare l’antica capitale del Giappone?
Quanti giorni servono per visitare Kyoto?
Io direi che, inclusi il giorno di arrivo e partenza, almeno quattro giorni (tre notti) sono necessari. Kyoto si visita solitamente insieme ad Osaka e Nara.
Come muoversi a Kyoto?
Potete usare il JR Rail Pass praticamente solo per andare al Fushimi- Inari ed Arashiyama (e dipende ovviamente anche da dove alloggerete). Quindi, la risposta è: in autobus.
Quando arriverete alla stazione di Kyoto, recatevi al Tourist Center – Il personale parla inglese (cosa da non dare per scontato) – dove potrete comprare il biglietto giornaliero con cui utilizzare tutti gli autobus nel giorno in cui timbrate il biglietto. Attualmente costa 600 yen (4.80 euro). Compratene uno per ogni giorno in cui pensate di visitare i diversi punti della città. Considerando che una singola corsa costa 230 fate un programma e pensate se vi conviene pagare il viaggio singolo – potete usare la card Pasmo o Suica – o il giornaliero. Quando lo timbrate per la prima volta dovete farlo nelle macchinette vicino al conducente al momento in cui entrerete nell’autobus, poi dovrete mostrarlo al conducente di ogni autobus che utilizzerete quando scenderete alla vostra fermata. Guardate come fanno gli altri e non sbaglierete.
Altra cosa che vi consiglio di prendere nell’ufficio turistico è la mappa della città, e la Kyo-Navi’s Suggested Routes, ovvero un foglio dove trovate i percorsi consigliati, con il tempo che si impiega per visitare un determinato sito, la durata degli spostamenti e quale autobus prendere. È utilissimo.
Dove dormire
A mio parere, conviene dormire nelle vicinanze della stazione di Kyoto. Da lì partono tutti gli autobus, e potreste addirittura riuscire a sedervi. Considerate che più o meno tra un luogo e l’altro occorrono dai 30 ai 50 minuti in autobus, e durante le tante fermate ci sono moltissimi turisti – alcuni restano fuori per la quantità di gente. È uno stress stare in piedi, ve lo assicuro.
In alcuni periodi Kyoto è affollatissima – in generale sempre molto più che le altre città turistiche del Giappone – ed i prezzi degli hotel diventano esorbitanti. In tal caso, potete pensare di pernottare ad Osaka e fare avanti e indietro tra le due città.
Dove mangiare a Kyoto
Come ogni altra città giapponese che si rispetti, il cibo non manca. Oltre alle zone di Pontocho e Gion, dove sicuramente ci sono degli ottimi ristoranti, la stazione di Kyoto ne offre un’ampia varietà, sia al primo piano sottoterra, sia al piano undicesimo, dove si trova anche la ramen street. Per arrivarci, prendete le scale mobili all’interno della stazione ed andate fino all’undicesimo piano. Se proprio non riuscite a trovarlo, cercate The Cube Food Court.
Vi consiglio di andarci di notte perché potrete vedere l’illuminazione delle scale e parte di Kyoto dall’alto (andate fino alla terrazza).
Cosa vedere a Kyoto?
Forse la domanda corretta sarebbe “Cosa non vedere a Kyoto?“, dato che è impossibile vedere tutto, a meno che non siate ricchi e disoccupati contemporaneamente. Per questo, ecco l’elenco del percorso che ho fatto io, senza troppi spoilers.
Kinkakuji, il tempio d’oro di Kyoto

Kinkakuji
Sono letteralmente rimasta a bocca aperta quando ho visto il Kinkakuji. Credo sia una delle cose più belle che abbia visto in vita mia. Questo sito, patrimonio Unesco – ma mi chiedo cosa a Kyoto non lo sia – è un tempio buddista importantissimo, la cui struttura è ricoperta da uno strato di oro vero. Andateci durante una giornata di sole: vi assicuro che il riflesso nell’acqua è unico.
Il tempio si trova in un parco che è incluso nel prezzo del biglietto. La foto che ho messo è appositamente brutta, così, quando arriverete lì, la sua bellezza sarà ancor più impattante!
Ginkakuji, il tempio d’argento di Kyoto

Ginkakuji
Diversamente dall’anteriore, il Ginkakuji (su Google maps lo trovate sotto il nome Higashiyama Jisho-ji) non è ricoperto di argento vero. Questo padiglione – anch’esso sito buddista – fu creato per somigliare al Kinkakuji, ma si decise di non ricoprirlo d’argento, in virtù del concetto giapponese per il quale “la bellezza risiede anche in ciò che è semplice”.
Mentre scrivo quest’ultima citazione, leggo una frase intera scritta in kanji e mi chiedo come mai non abbiano applicato il concetto di semplicità anche alla loro lingua scritta.
Ma torniamo a noi. Il tempio si trova in un parco molto bello – a parer molto più bello di quello del Kinkakuji.
La passeggiata del filosofo

Passeggiata filosofo kyoto
Anche se sulle domande della vita siete soliti aprirvi una lattina di birra anziché soffermarvi a pensare, questo lungofiume vi farà rilassare come pochi luoghi.
La Tetsugaku-no-Michi – versione giapponese – è un percorso di circa due kilometri che va dal Ginkaku-ji al Santuario Kumano-Nyakuoji-jinja, che si trova di fianco al Tempio Eikando. Tutti nomi che non ricorderete mai, ma è figo dirli.
Perché si chiama così? Parrebbe che il professore universitario nonché filosofo, Nishida Kitaro, la percorresse ogni giorno per andare a lavoro. Io l’ho percorsa tutta ed alla fine, purtroppo, non ho ancora capito il senso della vita e continuo a preferir aprire la lattina di birra.
Tempio Nanzenji
Altro tempio buddista che vale la pena visitare. Vi ritroverete dinanzi ad una struttura di legno imponente al centro di un parco. Dietro questa, vedrete una specie di villaggio: trattasi della residenza dei monaci. Vicinissimo si trova anche un acquedotto risalente a fine ottocento, sotto il quale vanno tutti a farsi una foto particolare, ma non voglio dirvi il perché. L’acquedotto – a parer mio – stona un po’, ma è curioso.
Fushimi-Inari

Fushimi Inari Taisha
Vabbè, non serve nemmeno troppo star qui a descriverlo. Vi dico solamente che arrivare fino alla vetta di questa montagna (233 metri s.l.m.) è un po’ impegnativo: se state per recarvi lì ad agosto, vi faccio i miei più cari auguri.
Per salire e scendere ci vogliono più o meno un paio d’ore, ma se siete dei fenomeni o vi chiamate Usain Bolt… anche meno. Per arrivare qui da Kyoto Station potete prendere la linea JR, e quindi usare il JR Rail Pass.
Il Fushimi-Inari è un santuario shintoista dove potrete osservare i circa mille tori di legno – esatto, si chiamano tori – arancioni, i quali rappresentano singole donazioni private. È molto suggestivo.
Arashiyama, la foresta di bambú

foresta di bambu, Kyoto
Altro luogo raggiungibile con la linea JR – e quindi usando il JR Rail Pass – da Kyoto Station, Arashiyama è un posto molto particolare, ma a me non è sembrato niente di che. Sarà stata colpa di quella colonia di turisti che invece di farci godere della pace del posto dovevano urlare per farsi le foto. Non lo so. C’è un posto che mi è piaciuto francamente di più, e si trova dietro la foresta: il fiume Hozugawa.

Kameyama-kōen
Si può osservare un panorama stupendo da sopra – dal Kameyama-kōen – e poi scendere sotto, ai lati del fiume, ad osservare i turisti ricchi che vanno in barca con la guida, mentre tu sei un poveraccio e ti accontenti di fargli il video per Instagram.
Ninenzaka, Sannenzaka ed il tempio Kiyomizu-dera
Ninenzaka e Sannenzaka sono due quartieri rimasti intatti – che è un po’ la fortuna di Kyoto rispetto a Tokyo – dove troverete una marea – davvero, non si fa per dire – di gente che passeggia con il kimono – o yukata – essendoci una quantità incredibile di negozi che li affittano. Ovviamente nemmeno la metà tali persone è giapponese, ma voi turisti non lo saprete distinguere. Ma vabbè.

Kiyomizu-dera
Kiyomizu-dera è un tempio buddista, davanti il quale si trova una struttura rossa che rappresenta l’entrata ed una pagoda. È uno dei luoghi più frequentati, quindi preparatevi alla quantità di persone.
Pontocho e Gion

Pontocho
Arrivati a questo punto scatta la domanda “Oh, ma le geishe?”. Eccole, eccole… non scalpitate.
In queste due zone non distanti fra loro ma separate dal fiume, potrete percorrere delle stradine tipiche fra edifici in legno (molti sono stati ricostruiti ex-novo) e forse incrociare qualche geisha o maiko (ovvero colei che sta apprendendo il mestiere di geisha). A me è successo. La sensazione che ho provato è stata particolare, era come se qualcosa di autentico, finalmente, spuntasse fuori. Con il ventaglio cercava di coprirsi il volto mentre tentava di camminare più veloce possibile (cosa non affatto semplice se indossi il kimono e le ciabatte di legno). Ti sono vicina, sorella geisha.
Qui trovate la mia mappa di Kyoto con tutti i punti che ho descritto sopra. Di punti d’interesse ce ne sono molti altri, ad esempio il castello di Kyoto ed il Palazzo Imperiale (me nel mio soggiorno non sono riuscita a visitarli).