I tatuaggi in Giappone sono ancora un tema delicato.
Nel mondo occidentale il tatuaggio ha perso qualsiasi significato relazionato ai marchi di guerra a favore di un trend che sta interessando l’attuale generazione.
Abbiamo visto di tutto: gente tatuarsi nomi, gente tatuarsi canzoni, e gente che non ha la più pallida idea di cosa si sia fatta tatuare. Ma è figo, ad ogni modo (tolti i casi di errori ortografici).
Per quanto riguarda i tatuaggi in Giappone il discorso cambia totalmente. Perché?
Episodio riguardante i tatuaggi, in una spiaggia giapponese
Estate 2017. Siamo nella spiaggia di Zushi, a sud di Tokyo. Insieme ai nostri amici andiamo a farci una nuotata, giochiamo a pallavolo, facciamo due risate osservando le donne giapponesi farsi il bagno con il costume che è praticamente una muta da sub. Anche al mare, il décolleté non è ben visto. …vabbè.
Stiamo tornando in spiaggia dopo la doccia, quando vediamo tre uomini della guardia urbana avvicinarsi al resto del gruppo che ci sta aspettando in riva al mare. Che vorranno mai? Abbiamo fatto qualcosa di male? Stiamo contagiando le immacolate acque giapponesi con i nostri corpi gaijin?
Si approcciano ai maschi alfa del gruppo e consegnano loro questo foglietto:

Foglietto sui divieti in spiaggia, in Giappone
Il foglietto – attenzione: in lingua spagnola, eheh – riporta le seguenti informazioni : “vietato fare il barbecue”, “vietato bere alcolici”, “per favore copri i tuoi tatuaggi per non intimidire le altre persone”, “vietato ascoltare musica”.
E che cavolo. Saremo mica entrati in chiesa?
La guardia urbana consegna il foglietto agli uomini del gruppo – volevano evitare di metterla in imbarazzo? Oppure era un altro modo di approcciarsi che ricorda un po’ il patriarcato…? Non l’abbiamo capito – riferendosi al tatuaggio di una ragazza del nostro gruppo. Il tattoo incriminato è un sole minuscolo sulla schiena. Ve lo giuro, è una cosa piccolissima.
Diciamo che ci abbiamo riso e pianto allo stesso tempo. Era la prima volta che assistevo a qualcosa del genere.
Ma non è finita qui. Vicino a noi ci sono altri occidentali tatuati, a cui tocca la stessa sorte. Ok. Però, un po’ più in là, vediamo una famiglia giapponese leggermente fuori dagli standard locali: fanno casino, sono tutti molto sovrappeso per gli standard giapponesi… e l’uomo di famiglia è tutto tatuato. Forse je piace a magna’ così può ingrandirsi ed avere altra pelle disponibile da farsi tatuare? Chissà.
I tre uomini della guardia urbana si avvicinano super imbarazzati. Li vediamo parlare tra di loro in stile “gran segreto”. “Je lo diciamo o non je lo diciamo?! Che facciamo?!” sembrano dirsi.
E lì mi sorge un dubbio. Sarà davvero un uomo della yakuza, ovvero la mafia giapponese?
I tre, finalmente si decidono. Si avvicinano timidamente. Dicono qualcosa. L’uomo li guarda e risponde con un gesto del tipo “Si, si, ma andate a fan****”. E non si copre i tatuaggi. Anche perché farebbe prima ad andarsene, vista la quantità.
Noi rimaniamo perplessi. Per la prima volta ci rendiamo conto di un aspetto della cultura giapponese a noi totalmente nuovo. E noi, per un piccolissimo tatuaggio a forma di sole, dobbiamo prendere provvedimenti.
Perché i tatuaggi sono mal visti in Giappone?
Come avrete capito, i tatuaggi sono un segno di riconoscimento della mafia giapponese. Oltre a tale significato, anni addietro si utilizzavano per marchiare i criminali.
Ma non è sempre stato così. In tempi antichi, infatti, i tatuaggi erano associati ad una forma d’arte chiamata Irezumi: “Alcuni studiosi affermano che i tatuaggi si diffusero soprattutto fra le classi inferiori, o fra i membri di determinate categorie di lavoratori che attribuivano a certe immagini delle funzioni protettive: in Kyushu, ad esempio, i minatori erano soliti tatuarsi il drago come talismano contro i pericoli del lavoro; in Hokkaido le donne Ainu avevano il viso tatuato per proteggersi dagli spiriti maligni. Ad Okinawa le donne utilizzavano i tatuaggi solo sulle mani come simbolo di bellezza e maturità, mentre a Edo (attuale Tokyo) i pompieri, i messaggeri e i giocatori d’azzardo si facevano incidere decorazioni in tutte le parti del corpo.” (fonte, Wikipedia)
Per quanto esistano studi di tattoo e molti giovani che si tatuano, il pregiudizio riguardo tale forma d’arte non è cambiato.
Pensate che addirittura c’è stata una polemica riguardante il campionato mondiale di rugby che si svolgerà in Giappone nel 2019. Il Governo vuole che i giocatori di tutti i Paesi partecipanti coprano i propri tatuaggi durante gli allenamenti e le sessioni in piscina: durante le partite potranno invece esibirli. Immaginate i componenti degli All Black, ovvero il famoso team della Nuova Zelanda, doversi coprire tutti i tatuaggi.
Luoghi in cui è vietato mostrare i tatuaggi in Giappone
Praticamente in tutti i luoghi pubblici. Anche se vi capiterà di vedere gente tatuata, sappiate che a livello sociale è mal visto. Ricordate che vale anche per chi è qui in vacanza.
Molti turisti si recano negli onsen pubblici: in tal caso è utile sapere che nei combini o drugstore si possono comprare una specie di cerotti color carne appositi per coprirli.
Quando sono andata ad iscrivermi in palestra, una delle prime cose che mi hanno chiesto è stata “hai tatuaggi?”.

Anytime fitness Japan, divieto di mostrare tatuaggi in palestra
“Alle persone che mostreranno tatuaggi visibili” – ma vale anche per un minuscolo sole sulla schiena- “potrebbe essere chiesto di allontanarsi”. E sì, conosco altra gente a cui è successo davvero.
Il divieto dei tatuaggi, insomma, non risparmia proprio nessuno. Anche La Pina di Radio Deejay ha dovuto ingegnarsi per coprire i tatuaggi delle mani quando, qui in Giappone, ha presentato il suo libro – I Love Tokyo – in TV:
Cosa fare se hai tatuaggi e andrai in viaggio in Giappone?
Se vai in giro per il Giappone con i tuoi tatuaggi, non riscontrerai nessun problema. Le volte che dovrei prestare attenzione sono negli ingressi alle Onsen, nelle spiagge o nei bagni degli hotel e ryokan. Per tali situazioni puoi consultare i luoghi tattoo-friendly del Giappone.