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I gatti che dormono sotto la statua di Hachiko

hachiko statua

A Shibuya, nel cuore di Tokyo, si trova la famosa statua di Hachiko, il cane che con la sua storia ha fatto commuovere tutti.

Hachiko, il tuo migliore amico

Quanti di voi avranno pianto guardando il film “Hachiko, il tuo migliore amico”? Io ho versato lacrime come ogni volta che taglio le cipolle.

Hachiko, copertina del film

Il riassunto del film è questo: chi trova un cane trova un tesoro. D’altronde, il cane è il migliore amico dell’uomo. Ma anche della donna, sia chiaro.

La storia di Hachiko è vera: un cane di razza Akita, talmente fedele al padrone – tanto da accompagnarlo giornalmente alla stazione – da rimanere ad attendere il suo ritorno durante dieci anni, andando ogni giorno ad aspettarlo alla stazione di Shibuya. Non sarà forse che Hachiko aveva finito le crocchette? Chissà.
Purtroppo per Hachiko, il padrone – si chiamava Hidesaburō Ueno ed era un professore giapponese – aveva lasciato questo mondo per colpa di un ictus fulminante. I fatti reali risalgono a circa un secolo fa, ed il film che abbiamo visto noi tutti è la versione americana dell’originale giapponese del 1987.

Dieci anni non sono mica uno scherzo. Io mi spazientisco già solo quando Google carica lento.

Curiosità su Hachiko

  • Sulla provenienza del nome Hachiko esistono due correnti di pensiero: la prima dice che il nome viene da hachi (numero otto) poiché il kanji di otto è 八 , che assomigliava molto alle zampe posteriori del cane (erano un po’ storte). Se fosse vero, il padrone non avrebbe meritato tanta stima da parte del cane. Ce l’avrai te, le gambe a otto.
    La seconda dice che quando il cane fu adottato, aveva una medaglietta al collo, con su il numero otto.
    Il ko – in realtà kou – 公 si usa come vezzeggiativo, infatti si trova alla fine di molti nomi di persona.
  • Hachiko morì l’8 marzo, per cui tale giorno è diventato l’anniversario della sua morte. L’otto marzo… da noi la cena con gli spogliarellisti, da loro i veterinari.
  • Quando morì, il cane venne imbalsamato ed esposto al Museo Nazionale di Natura e Scienza di Tokyo. Alcune ossa invece, si trovano accanto alla tomba del padrone, nel cimitero di Aoyama. Era proprio necessario imbalsamarlo?

La statua di Hachiko alla stazione di Shibuya

Ormai tutti gli amanti del Giappone non si lasciano sfuggire una visita alla statua che si trova proprio all’uscita principale della stazione di Shibuya, al centro di Tokyo.
La statua non ha nulla di particolare in sé, anzi. A mio parere è proprio brutta. Mi ricorda un po’ quella di Cristiano Ronaldo. Ma quello che conta è il simbolo, no?

Quasi sempre c’è una fila di gente che vuole farsi una foto: ogni volta che vedo “bimbiminchia” trascorrere più di due minuti cercando il selfie perfetto, immagino sempre una repentina animazione della statua che dà una scapezzata all’essere umano in questione, proprio come nella foto di copertina di questo articolo. Inoltre, per noi che viviamo a Tokyo, quel luogo lì è anche un famoso punto di ritrovo. La exit numero 8 di Shibuya è segnalata proprio come “uscita della statua di Hachiko”.

Gatti sotto la statua di Hachiko

Se ultimamente avete fatto visita alla statua di Hachiko, vi sarà capitato di vedere uno o più gatti stazionare sotto le zampe del cane.

Questa è la domanda che mi pongo sempre quando vado a Shibuya: ma quei gatti, che cosa diavolo stanno facendo lì? Li avranno mica drogati?

Statua di hachiko con i gatti

Statua di Hachiko con i gatti

Queste sono le mie considerazioni a riguardo:

  • La statua sta in alto: qualcuno mette i gatti lì, ovviamente, perché da soli proprio non ci arriverebbero. E poi… c’hanno pure la coperta.
  • Quei gatti dormono tutti il tempo. Dico io, ma perché non andate a cercarvi due topi in giro? Shibuya ne è piena (davvero).
  • Vojo vede‘ se fra dieci anni siete ancora lì ad aspettare un padrone.
  • Ho visto uno di quei gatti in una foto, mentre indossava una collana di perle. Vi giuro che è vero, e mi chiedo davvero fino a dove arrivi la mente umana.
  • Qualcuno si chiede mai “Ma… Hachiko, cosa direbbe se fosse in vita?“?. Io, sì. Immagina di dover stare 24h/24h seduto lì, sotto le intemperie, il caldo micidiale dell’estate, i terremoti, le allerte tsunami, i tifoni… e doverti pure preoccupare di quei due cavolo di felini che non si levano dalle balle.

Un messaggio a tutti i gatti del mondo: su Facebook sarete pure dei gran protagonisti… ma non ruberete mai la scena a Hachiko… Mai!

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