Hai mai festeggiato Halloween in Giappone? Per me, quest’anno è stata la prima volta.
“San Valentino è una festa commerciale”. “Natale è una festa commerciale”. “Halloween è una festa commerciale”.
Se avete sentito pronunciare queste tre frasi, probabilmente non eravate in Giappone, dato che qui vale “più è commerciale, più ci piace”. E allora, musica maestro.
In Giappone è febbre da Halloween
Perché ai nipponici piaccia tanto celebrare ogni festa occidentale lo si capisce vivendo qui. Signori miei, il Giappone è uno dei Paesi più consumisti al mondo; non può permettersi di certo di perdersi un’occasione del genere per speculare un po’ di più e far sborsare Yen facili.
Già da un paio di mesi prima iniziano a vedersi i primi addobbi nei negozi, nelle strade, e soprattutto nei packaging dei prodotti del supermercato.
E così anche i cioccolatini, le merendine, eccetera. Esagerato? Si, senza dubbio.
Shibuya, nel cuore di Tokyo, è il punto di riferimento
Nel weekend precedente, ed il giorno 31, la tradizione di Halloween in Giappone vuole che ci si mascheri (come il nostro carnevale) e che si vada a Shibuya. L’evento non è niente di che, nel senso che non è divertente come il carnevale di Offida. Lo definirei più un evento di fotografia, visto che tutti ti chiedono se possono immortalarti o fotografarsi con te.
Quest’anno in particolare si sono registrati degli episodi poco piacevoli – che hanno lasciato abbastanza “sconvolta” la popolazione nipponica – tra cui quello nel seguente video (non fate caso alle scritte, guardate soprattutto la fine).
I cinque ragazzi sono stati poi arrestati. Ed il camioncino, muuuuto.
La mia prof di giapponese mi ha chiesto se ho visto il video. Era sconvolta. Si è rivolta a me con un “In Italia è mai successo un episodio del genere?!”. Io l’ho guardata con l’espressione di chi c’era quando l’Italia vinse i mondiali 2006. Io me le ricordo, le sedie che volavano. Io me lo ricordo quel pullman nel bel mezzo del centro di Ancona, che la diritta via era smarrita la sera che l’Italia vinse la semifinale, sul quale era salita un po’ di gente per saltare (non NEL pullman, bensì SOPRA). Io me lo ricordo quell’idiota che fermò la sua auto nel mezzo del traffico, lasciò i bimbi lì dentro che piangevano e se ne andò a saltare con gli altri. Cara prof, se solo tu sapessi.
Ma torniamo al bello di Halloween in Giappone. Ieri mi sono vestita da lottatore di sumo. In realtà avevo il vestito da Biancaneve dell’anno scorso, però… che gusto c’è a vestirsi da qualcosa di carino? Così, ieri mattina sono entrata al Don Quijote (una catena di negozi enorme, molto famosa in Giappone) e sono letteralmente inciampata su questo costume, che giaceva, impacchettato, sul pavimento. Il prezzo era scontato: da 40 euro a 10. Un segno del destino. Aspettava proprio me. Ahahah.
Nel tragitto da casa mia a Shibuya non c’era quasi nessuno mascherato. Anche io avevo pianificato di infilarmi il costume una volta arrivata a destinazione, ma almeno trucco e parrucco dovevo prepararlo a casa. In mezzo a gente “normale” iniziavo già a sentirmi un po’ idiota.
Ero brutta, ma non importa. L’importante è la salute, ma anche realizzare che: ero l’unica vestita da lottatore di sumo in tutta Shibuya – la gente mi scoppiava a ridere in faccia, letteralmente, nessuno resisteva a toccare i capezzoli del costume, tanto che uno quasi cade, ci sarà una quantità di foto mie in giro che non avete idea. Ridicolo is the new trend. Mi piace. #ridicoloèbello
Ieri il clima era perfetto e Shibuya era piena da scoppiare. A seguire, alcune mie foto (tutte le foto scattate ieri, potete trovarle su Instagram digitando #halloweenshibuya):


