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A Niigata mangerai sushi e berrai sake

Niigata giappone

Niigata è una prefettura – con omonima città, soggetto di questo articolo – situata sulla costa occidentale Giappone.

A fine novembre, si può approfittare di un giorno di festività nazionale per visitare qualche angolo in più del Paese ma l’unica nota negativa è che, essendo un’isola, la maggior parte della gente si muove dentro la stessa, riempendo ogni posto turistico a scoppiare.

Quest’anno abbiamo deciso di andarcene, appunto, verso Niigata, dove non abbiamo trovato troppa gente. Anzi. Dov’eravate tutti?

Arrivato il venerdì mattina, abbiamo deciso di trascorrere il secondo giorno nell’isola di Sado, per poi ripartire di domenica pomeriggio.

Come andare da Tokyo a Niigata

Da Tokyo, abbiamo utilizzato Willer Express, una compagnia di autobus che realizza anche viaggi notturni. Partiti alle 00:30 da Ikebukuro (Tokyo), siamo arrivati a Niigata Station alle 6:50 di mattina, per una spesa A/R di 10.000 yen (78 euro), esattamente metà del prezzo dello Shinkansen (con il quale si impiegano solamente due ore. Per i turisti muniti di JR Pass ovviamente conviene).

Visitare Villa Saitou

L’antica residenza estiva della famiglia Saitou, è una casa-museo situata nel cuore della città. Andarci a fine novembre è stato geniale perché abbiamo potuto apprezzare l’incredibile effetto del cambio di colore delle foglie. Le foto non rendono giustizia e la sensazione di pace e armonia che si respira stando sul posto è indescrivibile.

villa saitou autunno

Villa Saitou, Niigata

villa saitou niigata

Interno di villa Saitou, Niigata

Un’altra casa, situata nella stessa zona, è quella della famiglia Ozawa. Noi, però, non ci siamo andati. Ogni volta che entri in queste strutture devi andare scalzo. A fine novembre, a Niigata si crepa già di freddo. Lo so, è una scusa di merda. Però poi stateci voi col raffreddore.

Mangiare Sushi nella zona di Pier Bandai

Situata nel porto della città, in questa zona si trova il mercato del pesce, dove potrete trovarne le più svariate tipologie insieme a molti prodotti alimentari locali.

All’esterno del mercato si trovano vari ristoranti di pesce. Noi abbiamo provato 別館立ち食い弁慶. Il sushi viene servito direttamente su una lastra di marmo di fronte al cliente: non scandalizzatevi, è tutto pulito! Il menu è anche in inglese. Consiglio di provare il sushi di maguro (cioè tonno).

Sushi Niigata Giappone

Sushi di Pier Bandai

Anche a Niigata molti piatti sono a base di soba

Come già spiegato nell’articolo di Matsumoto, i piatti a base di spaghetti di soba sono tipici in Giappone. Nei ristoranti tradizionali vengono realizzati in loco: di frequente vedrete una parete di cristallo da cui potrete “spiare” il cuoco mentre li prepara.

Anche Niigata è famosa per la produzione di soba. Noi abbiamo cenato presso 戸隠 手打ちそば 二葉屋 駅前店 – mi piace mettere i nomi in giapponese perché sono cool, eheh. Se ci andate di sera, sappiate che questa zona – stazione centrale – è piena di locali notturni, e quindi di gente ubriaca. È divertente.

Degustare sake da Ponshukan

Prima di tutto: il sake è una bevanda ottenuta dalla fermentazione del riso. Ah, poi: si pronuncia sake, senza accento finale sulla “e”. Tanto sono sicura che anche tu lo pronunci male. È inutile che fai finta di niente.

A fianco alla stazione centrale di Niigata, esiste un posto curioso chiamato Ponshukan. In questo “museo del sake” – di museo ha ben poco in realtà – si pagano 500 yen (meno di 5 euro) a cambio di 5 gettoni. Con un singolo gettone si può provare un bicchierino di sake. Ce ne sono più di 100, e la classifica dei più “gettonati “- in questo caso il termine è azzeccatissimo – è appesa alla parete. Il locale è piccolo e pieno di gente, ma l’esperienza è divertente.

museo sake niigata giappone

Ponshukan, museo del Sake

Visitare il museo del sake Imayotsukasa

L’ultimo giorno, un’ora prima di riprendere l’autobus per tornare a Tokyo – ovvero alle 12:00 – abbiamo avuto questa brillantissima idea: facciamo colazione, andiamo al provare il sake e poi ci spariamo 7 ore di pullman! Che ideona.

Ci siamo recati in questo famoso museo chiamato Imayotsukasa Sake Brewery, dove ogni mezz’ora c’è un tour con una guida che spiega tutte le fasi di produzione del sake. Il tour è in giapponese, quindi l’abbiamo saltato. Siamo entrati a visitarlo da soli.

C’è anche uno spot per farsi le foto indossando il tanto mio amato Jinbé (no Jilé, eh) tipico della fabbrica (è la foto di copertina dell’articolo).

Dopo il tour si possono pagare 500 yen (meno di 5 euro) per effettuare 15 degustazioni. Come omaggio vi regaleranno un simpatico bicchierino.

Ed è lì che perdi il senno: scopri che “quel sake lì è proprio buono”, “quell’altro pure”, “che bella bottiglia”, e la situazione ti sfugge di mano. Ce ne saranno un paio analcolici, ma tu finirai su quelli con percentuale alcolica 70%.

niigata giappone

Desgustando sake

“È buono”, “sembra leggero”, “sembra vino”… “sembro ubriaco”. Ed è così che alle 13:00 di domenica riprendi l’autobus, stordito dai 15 sake. Ma felice.

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