Ti è mai capitato di trovarti nella metropolitana di Tokyo durante l’ora punta?
Ogni mattina, mentre cerco di non morire schiacciata in metro, penso che questa “peculiarità” di Tokyo – in generale della metropolitana giapponese – vada raccontata.
La rush hour nella metro di Tokyo – ovvero la fascia oraria in cui la metro è pienissima di gente – ti fa odiare tutto e tutti. Si ha come l’impressione d’iniziare ogni giorno con una lotta alla sopravvivenza.
E qui, il proverbio africano cade a pennello.
Lotta alla sopravvivenza nella metropolitana giapponese
“Ogni mattina, a Tokyo, quando sorge il sole, un giapponese si sveglia, e sa che dovrà correre più veloce degli altri giapponesi per accaparrarsi uno striminzito spazio vitale in metro…
Sa che, quando arriverà in stazione, ci sarà un dipendente della metro che ripeterà un ridondante “ohayou gozaimasu” (buongiorno) ad ogni persona che entra in stazione. Ma il giapponese predatore sa già che è un inganno. Buongiorno un kaiser.

Ohayou gozaimasu! con uno sguardo sveglissimo
Sa che odierà il tizio che lo precede nella fila, poiché, probabilmente, avrà dimenticato di ricaricare la tessera della metro, e, quando la passerà sul nastro magnetico, verrà bloccata l’entrata a lui e tutti i passeggeri a seguire, facendo sfumare nel nulla quei dieci, fondamentali, secondi di vantaggio.

Fila metropolitana Giappone
Sa che, se riuscirà a infilarsi nell’ascensore, potrà guadagnare quel minuto fondamentale per prendere l’Express piuttosto che il treno locale. E sono dieci minuti di tempo in meno. Dieci minuti in più di libertà. Mica baubaumiciomicio.
Sa che deve riuscire a mettere lo zaino negli scompartimenti appositi, se vuole evitare che gli rompano il computer o che gli schiaccino la preziosissima merendina che mangerà quando non ci vedrà più dalla fame. Ah, no, quella sono io.
Dicevamo.
Sa che deve infilarsi le cuffie e accendere Spotify prima di salire in metro, altrimenti non riuscirà nemmeno a tirare fuori il cellulare. Oppure gli toccherà la mia stessa sorte: ascoltare a ruota la Playlist di Cristina D’Avena, dato che parte in automatico.
Sa che, se non riuscirà ad afferrarsi da qualche parte, ad ogni brusca frenata rischierà di diventare un poster vivente. In alcuni casi si ritroverà a limonare, involontariamente, con qualche malcapitato/a. Evitiamolo, se possibile.
Sa che – se è una donna – è preferibile andarsene al vagone riservato al gentil sesso, piuttosto che rischiare che le tocchino il gentil culo (se le va bene), essendo molto famoso il triste fenomeno dei Chikan 痴漢, ovvero i palpeggiatori giapponesi.

Vagone riservato alle donne, Giappone
Sa anche che, se ha i capelli lunghi, è consigliato raccoglierli, altrimenti, nell’aggressività della folla che scende dal treno, può rischiare di rimanere calva. A Beronika è quasi successo.
Ogni giapponese, residente a Tokyo e dintorni, sa che ci sarà, anche oggi, quella crudele ressa silenziosa per entrare e uscire da quel maledetto vagone ad ogni fermata: una lotta fatta di spintoni senza guardarsi in faccia. È un contatto fisico che qui, probabilmente, non esiste neanche tra marito e moglie.
La conclusione
Ogni mattina, a Tokyo, un po’ più tardi rispetto a quando sorge il sole (sorge alle 4:30, abbiate pietà) un’emigrata italiana, ribattezzata Beronika, si sveglia dal suo sogno quotidiano, e sa che dovrà correre più veloce degli autoctoni per riuscire a trovare un buco in metro. E ripensa al tempo italiano in cui attraversava la strada ed era già in spiaggia. C’era un altro tempo, spagnolo, in cui, addirittura, andava a lavorare a piedi. Un altro ancora in cui andava a lavorare in bici, compreso quel giorno in cui salì in sella e, ferma al semaforo rosso, si accorse le mancava un pedale. Forse non lo sapete, ma, se non fai attenzione, a Barcellona ti fregano pure le mutande.
Ogni mattina in Giappone, quando sorge il sole, non importa che tu sia giapponese o gaijin…
…dalle 7:30 alle 9 e dalle 17 alle 19 la metropolitana di Tokyo… è una merda per tutti quanti.“
Oddio! Oggi t sei superata!??
Ahahahahaha aspettavo da tempo un tuo commento :* grazie cara