“Vivi in Giappone? Davvero? Beata te!”. Oh, si. Beata me.
Era il vicino maggio 2017. Dopo aver ridistribuito la nostra vita in sessanta kg ognuno, divisi in tre valigie a testa, ci accingevamo a imbarcare il tutto all’aeroporto del Prat di Barcellona, rumbo Tokyo.
Mio marito aveva ottenuto il lavoro presso una grande azienda giapponese, la quale ci aveva fornito il visto per Giappone, rispettivamente la Working Visa – lui – e la Dependent Visa – io – con cui avremmo potuto lavorare – lui – e vivere lavorando un massimo di 28 ore settimanali – io. All’ambasciata giapponese di Barcellona, la signora allo sportello ci aveva chiesto “Di quanti anni volete il visto?”e noi avevamo risposto “… il massimo, no?”. That’s it. Facile, no? Si, certo. Facile, perché mio marito ha un lavoro molto ricercato e il Giappone ha bisogno di queste figure professionali. In generale – diciamo la mera verità – non è facile per niente.
Cosa devi sapere se vuoi lavorare in Giappone?
Tipologie di visto per il Giappone
- TOURIST (non è un visto ma voglio precisare alcune cose). Se arrivi come turista e sei italiano (i permessi variano da Paese a Paese), non hai bisogno di richiedere nessuno visto, dati gli accordi tra Italia e Giappone, e non puoi rimanere oltre i 90 giorni dalla data di arrivo; non puoi lavorare legalmente, e se ti beccano ancora in Giappone dopo i tre mesi vieni letteralmente deportato e tanti saluti al tuo sogno di essere un manga. Molti evitano il problema andandosene in Corea o Cina per un giorno prima che scada il visto per poi rientrare e riottenere i 90 giorni di permesso. Fa attenzione, ai controlli non sono stupidi.
- STUDENT VISA. Se arrivi come studente, la durata del tuo visto dipende da quanto tempo rimarrai nella scuola (dato che è la scuola stessa a fornirti il visto), da un minimo di 3 mesi fino a un massimo di 2 anni. Puoi fare richiesta per lavorare fino ad un massimo di 28 ore settimanali, che normalmente traducono in lavori chiamati “baito“.
- WORKING VISA. Se arrivi come lavoratore, la durata del visto dipende dal tipo di contratto, che a sua volta dipende chiaramente dall’azienda che ti ha assume. Se il contratto è a tempo indeterminato, normalmente il visto è di 5 anni (altrimenti, 1 o 3 anni).
- DEPENDENT VISA. Se arrivi come coniuge di una persona che possiede la WORKING VISA, la durata del visto è uguale a quella del coniuge. Puoi fare richiesta per lavorare fino ad un massimo di 28 ore settimanali, e se un’azienda vuole assumerti per lavorare full-time deve cambiare il tuo visto da dependent a working. Non è difficile, conosco varie persone che l’hanno ottenuto. Si chiama “dependent” perché dipende completamente da quella del coniuge: se viene revocata la tua, viene automaticamente revocata anche l’altra.
Le altre tipologie di visto sono per chi ottiene la cittadinanza permanente (rinunciando all propria, dato che il Giappone non riconosce la doppia cittadinanza) o per chi si sposa con un cittadino giapponese. Oh, non fate cazzate…
Vorresti una working visa? Il Giappone ti aspetta a braccia aperte se sei…
- PROGRAMMATORE INFORMATICO (basta l’inglese). Se hai avuto fondoschiena nelle scelte della tua vita, e non hai studiato qualcosa tipo – che so io – ad esempio, ingegneria edile – eddai, proprio quello che ho studiato io… – e ti sei buttato sull’informatica e tecnologia, il Giappone ti vuole, anche senza parlare una ceppa di giapponese. #mondocrudele
- DIGITAL DESIGNER (basta l’inglese). È una figura ricercatissima, e difficilissima da spiegare a mia nonna, ma ci sono comunque riuscita. Ha risposto “ehhh, ma è un lavoro difficilissimo!”. Vabbè. Il Giappone ti vuole. Anche tu… senza necessità del giapponese. #lefortunetutteaglialtri
- RECRUITER (o vuoi lavorare come tale, e parli inglese). Il recruiter è una figura che cerca il giusto candidato per specifici posti di lavoro. Se sei già un recruiter, hai le porte aperte, anzi… sfondate. La maggior parte di persone che parla bene inglese, ma non parla giapponese, finisce per iniziare – un po’ contorto, no? – a lavorare in questo settore.
- INSEGNANTE D’INGLESE (o una persona che parla inglese madrelingua o talmente bene da poterlo insegnare). In questo Paese, la padronanza della lingua inglese è un miraggio ancora lontano e si ricercano persone per insegnare l’inglish (anche se il mercato è già abbastanza saturo).
In generale: sei altamente qualificato e tali qualifiche ti permettono di “scavalcare” i professionisti locali. E ti dico già che non sono così bassi come sembrano in foto.
Vorresti la working visa? Faresti fatica se…
- NON PARLI GIAPPONESE. Lo ripeterò mille volte. Puoi sapere tutte le lingue del mondo… ma in Giappone senza giapponese (e non volendo essere insegnante d’inglese o le figure lavorative di cui sopra) non vai da nessuna parte.
- NON HAI NESSUNA QUALIFICA. Più certificati, più lauree, più corsi, più arte che parte hai, più possibilità hai di riuscire a lavorare in Giappone. Non hai nulla di tutto ciò? È ora di tornare a scuola.