Trasferirsi in Giappone? I primi giorni sono complicati.
Ahhh… Giappone. Un Paese che è tutto un manga, gentilezza e salsa di soia.
La maggior parte di coloro che vengono qui in vacanza se ne innamorano. Quando tornano in patria, ti stressano con tutti i racconti. Praticamente poi non ha più voglia di andarci, dato che sai già tutto. #spoileroni
Io ho saltato la fase del turista. Mi sono trasferita senza esservi mai stata – da pazzi, ripensandoci – e mi è toccato vivere la realtà di essere un’expat tutto d’un colpo. (Expat è la versione cool di emigrata)
Trasferirsi in Giappone senza parlare giapponese?
In questo Paese l’inglese è un tasto dolente. In confronto Matteo Renzi lo parla perfettamente. (Mi scusi Sig. ex-presidente, però Lei è il primo esempio che mi viene in mente)
Tutte le etichette dei prodotti al supermercato sono unicamente in giapponese (chiaramente). Il primo mese – nei migliori casi – passi il tempo comprando cose di cui non hai la benché minima idea, come la schiuma da barba che poi scopri essere una spuma per la ricrescita dei capelli, il sapone per le mani che invece è uno struccante viso. Non chiedetemi come mai lo so. Ho capito che le immagini illustrative spesso ingannano, nun ve fidate mai.
L’unica soluzione è Google Translate, che grazie alle foto ti permette di tradurre in tempo reale.
In bocca al lupo con la ricerca di casa.
Le agenzie immobiliari ti accompagnano a vedere diversi appartamenti, dopodiché ti dicono che il proprietario non affitta agli stranieri.
È tutto vero, eh. Noi stranieri ci siamo trovati tutti in questa situazione, ed ancora ci chiediamo se il problema reale sia la lingua (no, non è per la lingua) o il fatto di non essere giapponesi. Le prime due settimane abbiamo girato per varie agenzie e ci siamo trovati spesso in questa situazione. Perché farci perdere tempo prezioso della nostra vita sapendo già che non l’affare non potrà concludere?

Sito web di Suumo per cercare casa
Hai due nomi e due cognomi? Il Giappone te lo farà maledire.
Si, lo so. Tu avrai quasi sicuramente solo un nome e un cognome. Mio marito, ad esempio, ha due nomi e due cognomi. Che dire? Un macello.
Siamo andati in banca ad aprire un conto giapponese. Il panico. “Il nome completo è troppo lungo”. L’impiegata entra in fase di stress, stadio critico. Oddio, e mo’ che facciamo. “Aspettate, chiamo il direttore!”. E vabbè, lo chiami pure. Attimi di stress dietro il bancone. L’antico vaso andava portato in salvo. No, scusa, quella è un’altra storia. Dopo un’ora di attesa, ecco arrivare la carta di debito: il secondo cognome è troncato a metà.
Ci facciamo due risate? Si, se non fosse che poi, mesi dopo, ti accorgi che ogni volta che scrivi il nome dell’intestatario del conto devi ricordarti di scriverlo così, troncato. Altrimenti, le operazioni ti vengono negate, ma tu non capisci una mazza poiché le comunicazioni sono, giustamente, tutte in giapponese #signuraiutaci

Frustrazione
Il circolo vizioso del numero di telefono giapponese – conto in banca
Non puoi aprire un conto in una banca giapponese se non hai un numero di telefono giapponese. Non puoi avere un numero di telefono giapponese se non hai un conto in una banca giapponese.
Sisssignori. Ti senti frustrato – per non dire rincoglionito – come quando alzi il volume sul PC, ma poi ti accorgi che Spotify lo stai ascoltando dallo smartphone. O come quando tiri fuori le chiavi di casa per entrare ai tornelli della metro. O come quando metti a scaldare il toast nel frigorifero. No, scusate, quella sono io.
Le sim giapponesi per residenti sono collegate al conto corrente giapponese (non so se esistano le prepagate), e puoi utilizzare solamente questa modalità: non valgono le sim per turisti o straniere. Come risolvere questo dannato problema? In Italia, siamo specializzati: mentiamo. “Un nostro amico che si è trasferito qui ha utilizzato il conto spagnolo. E l’ha fatto proprio qui da voi”. Taaac. Funziona.
Non era vero, ma in qualche modo dovevamo pur arrangiarci. Perché senza telefono non hai il conto in banca, e senza conto in banca non puoi affittare una casa, e senza una casa non hai la scusa per andare all’IKEA a fregarti le matite all’ingresso. Inutile che fai finta di niente, ne avrai pieno l’astuccio.
Attenzione al natto, un alimento vomitevole
Se esiste qualcosa nel mondo che classificherei come ripugnante, direi che è il “natto”.
Questo è uno dei punti che mettono in comune tutti coloro che scelgono di trasferirsi in Giappone: la scoperta di questa cosa che blaaaa.
Per i fortunati che non hanno idea di cosa sia, trattasi di soia fermentata. Detto così sembra qualcosa d’innocente, se non fosse che il sapore, la consistenza e l’odore ti inducono a riflettere sulle peggiori scelte fatte durante la tua vita intera, come quella di trasferirti in Giappone, ad esempio. Scherzo, eh…

Maki ripieni di Natto
Il nostro primo incontro clandestino con questo alimento, tanto salutare – ma il nostro è stato un “addio”, non un “arrivederci” – quanto sgradevole, risale al giorno in cui andammo a comprare un vassoio di sushi – “questo con cosa sarà? Sembra tonno. Dai, proviamolo” – e non potei correre a vomitare perché non ero a casa mia.
Ricordalo. Non provare mai il natto. C’è gente ancora segnata da certi sapori… io. #freenattozone
Sai due paroline di giapponese? Ma parli benissimo!
Se sei in grado di dire due parole in giapponese, tipo “Arigatou gozaimasu” (grazie) e “Konbamwa” (buonasera) ti risponderanno immediatamente “Wow, parli benissimo!”
Mbe’ certo. Allo stesso modo, se sai dire “Hola” in spagnolo, significa che lo sai alla perfezione. E buonaseraS, mi chiamo BeronikaS.
All’inizio ti fa piacere, ci credi pure tu un po’. Che bella, tanta gentilezza, no? Poi ti iscrivi al corso di giapponese. Vai a lezione. Ed eccolo lì, Caronte che ti accompagna al lato oscuro del tuo tardivo ritorno sui libri. “Lasciate ogni speranza, o voi che entrate”. E così, ti immergi full-time in questa lingua che di facile ha solo le illustrazioni del libro. Ed ogni volta che ti diranno che parli bene, ti sentirai come quando un piccione di caga addosso, e ti dicono “Tranquilla, porta fortuna”.
Se non sapessi che è tutto vero…….. penserei ad uno scherzo.
Very, chisce… è già ….. pponesi, furt quann bev na uccett.
? È ascolano giapponesizzato??